Samuel Stern 17: Il regno
Tra cose strane e cose non dette, è un episodio da rileggere (per forza)
Mi piacerebbe iniziare l'articolo presentando degnamente il numero 17 di Samuel Stern. Mi rendo tuttavia conto che non potrei mai essere così efficace come il trailer realizzato da Andrea De Angelis per Bugs Comics, perciò mi inchino alla grandezza e mi limito a incorporare il trailer qui.
Detto questo, hai tre possibilità:
- se hai già letto l'albo, continua pure a leggere questo mio articolo
- se non hai letto l'albo e non ti vuoi rovinare il piacere della sorpresa, corri in edicola, molla i quattrini e fai il tuo dovere di lettore appassionato
- se non hai ancora letto l'albo ma non ti fa problema avere anticipazioni (perché sei talmente adulto da goderti lo stesso la storia), incassa i miei complimenti e continua pure a leggere questo mio articolo.
Procediamo!
La domanda fondamentale
Il regno pone una domanda fondamentale: che cosa vedono i protagonisti in Josy Crandall?
La domanda che ho riportato sopra non è esplicita; anzi, non è neanche citata nell'albo. Tuttavia è impossibile non coglierla, perché la vignetta di pagina 17 (che ho riportato come immagine d'apertura dell'articolo) arriva all'improvviso e lascia sorpresi e disorientati.
A proposito dell'immagine d'apertura: ovviamente, la colorazione in rosso è mia.
Dietro questa vignetta apparentemente semplice c'è un retroscena che la spiega e la giustifica.
Per argomentare efficacemente la mia tesi, ho costruito un video: è stato necessario ricorrere a questo mezzo di comunicazione perché è quello scelto da Josy Crandall, che aveva intrapreso gli studi di cinema (regia e sceneggiatura) proprio perché interessata all'arte cinematografica.
Se sei sopravvissuto a questa rivelazione, permettimi di farti i complimenti. Ora possiamo affrontare alcune questioni molto serie.
Il fumetto con il più alto tempo di lettura
Io ci ho messo un mucchio di tempo a leggere Il regno. Non che le pagine siano particolarmente fitte o piene di dialoghi, né la storia è straordinariamente densa di avvenimenti...
Semplicemente, un'anima ingenua come la mia non capisce ciò che succede senza una spiegazione precisa e puntuale (da manuale per ingegneri, per intendersi). Così sono costretto a leggere l'albo almeno due volte per raccapezzarmi nella storia.
Questo può essere un argomento a favore dell'albo, visto che il giornaletto mi dura il doppio e dato il mio attaccamento ai quattrini. Però, che palle! Spesso, il commento che mi nasce spontaneo è "Eh???". E non è una bella cosa...
Detta con parole solo un pochino più auliche, la mia impressione è che la narrazione (e intendo sia i testi sia i disegni) vorrebbe essere evocativa, ma finisce per essere incomprensibile.
D'altra parte, credo che una forma di comunicazione popolare come il fumetto seriale non debba costringere il fruitore a complicate riletture, a ricerche nelle storie passate o alla caccia di indizi e di spiegazioni sui social per comprendere ciò che la storia vuole dire.
Ma siccome può benissimo essere che la questione dipenda dal progressivo disfacimento cellulare del mio cervello, mi chiedo e ti chiedo: "Sono solo io che faccio fatica a capire il senso della storia?".
Piccole magagne e grandi questioni
Entrando un po' più nel dettaglio, ci sono alcune piccolezze che mi hanno disturbato.
I testi di Massimiliano Filadoro e Marco Savegnago
La mia impressione è che ci si rivolga al lettore dando per scontato che egli conosca a memoria ogni personaggio e si ricordi ogni accadimento dei sedici numeri precedenti.
Purtroppo ciò fa a botte con due categorie di lettori:
- quelli, come me, che hanno facoltà mnemoniche piuttosto deboli
- quelli che non sono frequentatori assidui del personaggio e che perciò non riescono a cogliere alcuni riferimenti nella storia.
Questi lettori non solo si perdono una parte della ricchezza dell'albo, ma magari vengono persino irritati da rimandi che sono chiaramente tali ma che non vengono spiegati.
Faccio un esempio che credo risulti chiaro.
A pagina 10, dopo la sequenza del rito sacrificale, Samuel e padre Duncan si ritrovano in un ufficio a Stirling (in Scozia), nell'ufficio di un certo Cranna. Si capisce subito che si tratta di un poliziotto, ma né questo poliziotto viene presentato né viene giustificato il rapporto che i due hanno con lui: Samuel gli dà del tu, ma non si capisce perché.
Samuel Stern ha conosciuto questo poliziotto nel numero 12, La casa delle farfalle. Puoi vedere la scenda del loro primo incontro cliccando sull'immagine sottostante, che apre la gallerie delle pagine dalla 31 alla 37.
Nel corso del primo contatto veniamo a sapere che Cranna è ispettore e che il suo nome di battesimo è Foster. Capiamo inoltre che il "tu" usato nei dialoghi non è frutto di intimità ma dell'atteggiamento dell'ispettore di fronte a coloro che reputa emeriti rompiballe.
Non sarebbe stato il caso di ricordare queste cose, giusto per aiutare a inquadrare meglio il rapporto tra i due? Ci sono molti modi per fare un riassunto senza appesantire la storia: di solito basta giocare un po' con i dialoghi tra i due...
Come dicevo, questo è solo un esempio; un altro potrebbe essere il riferimento all'infanzia di Samuel e all'ammonimento di sua madre circa il fatto che "Non si gioca con le creature di Dio": per chi non conosce il retroscena, è il classico cavolo a merenda.
La sensazione che mi resta è che ci sono troppe cose date per scontate.
Ho resistito alla tentazione di pubblicare in fretta questo articolo, così da leggere le recensioni altrui. Nessuno cita questo problema. Anzi, diversi reputano Il regno un episodio bellissimo, addirittura tra i migliori di Samuel Stern. Perciò:
- o io sono incappato proprio nei recensori mentecatti che non fanno un vero servizio al lettore
- o purtroppo è realmente la scialuppa della mia capacità cognitiva ad imbarcare acqua.
C'è anche un'altra spiegazione. Ogni mese Bugs Comics mi invia il numero in anteprima, in formato PDF. Io lo leggo su un monitor del mio studio, che per fortuna è bello grosso: 44 pollici.
Perciò la lettura di Samuel Stern è uno spettacolo nello spettacolo, perché (guardando il monitor da circa 60 centimetri) sono letteralmente immerso nella storia.
Tuttavia forse questa immersione e questo godimento grafico mi giocano un brutto scherzo, impedendomi di cogliere proprio la storia. Tu che ne pensi? È possibile?
I disegni di Vincenzo Acunzo
Quello usato da Vincenzo Acunzo in questo Samuel Stern 17 non è il mio tipo di tratto preferito, ma non è comunque male. Soprattutto, credo che sia funzionale al tipo di storia.
Ci sono alcune cose che ho apprezzato: il cambiamento di stile per le scene che coinvolgono i sacrifici e alcune piccole chicche che fanno da metanarrazione. Ad esempio, la rappresentazione della pellicola quando si parla del desiderio di Josy di girare un film.
Tuttavia ci sono alcune cose che mi lasciano perplesso.
La prima è, a mio parere, un errore nelle proporzioni dei personaggi della terza vignetta di pagina 30.
La mia sensazione è che i tre personaggi sullo sfondo siano troppo piccoli in considerazione della poca distanza che li separa dai protagonisti in primo piano. In particolare, la ragazza nell'angolo in alto a destra è a un paio di passi dal divano, ma è minuscola.
Sempre nella stessa pagina (che, evidentemente, ha subito l'influsso di qualche maledizione), la separazione tra le vignette non è perfetta. Questo è un errore da esilio in Legione!
Infine, una mia piccola fisima: ma perché le teste di Samuel Stern e di Brian Hollander sono così tanto allungate? Sembra che siano state schiacciate da due presse alle orecchie!
Va bene la barba e il taglio dei capelli, sarà anche che io ho una testa rotonda alla Charlie Brown, ma francamente fanno impressione. 😃
Rispondi alla mia domanda, per favore
Prima ho fatto una domanda specifica: "Sono solo io che faccio fatica a capire il senso della storia?".
Puoi aiutarmi a capire quale sia la realtà usando i commenti alla fine dell'articolo. Inoltre, la stessa questione la proporrò sul mio profilo Facebook e sui gruppi dedicati a Samuel Stern cui sono iscritto.
Ti invito davvero a farmi sapere come la pensi. Usa lo strumento che preferisci: i commenti che trovi alla fine dell'articolo, il mio profilo Facebook o uno dei gruppi Facebook.
Aggiornamento del 10 aprile: la variant Aguzzate la vista!
Siccome Samuel Stern è ormai tra i miei incubi, mi sono sognato una variant particolarmente intrigante. Ho deciso di chiamarla Aguzzate la vista!, in onore del celeberrimo gioco della rivista di enigmistica prima per fondazione e diffusione.
In pratica, la variant è identica alla copertina originale, ma con sette piccole differenze, che tu dovrai trovare.
Quando avrai trovato tutte e sette le differenze, scrivile in un commento e spiegami anche che cosa ti piace di Samuel Stern.
I cinque più meritevoli riceveranno un'edizione speciale di Genitore imperfetto, il racconto con Samuel Stern che ho scritto con il benestare di Bugs Comics. L'edizione speciale conterrà una dedica con i nomi dei cinque vincitori, perciò inserisci il nome e il cognome nel commento. Inserisci anche la tua email (reale!): mi servirà per inviarti il PDF. L'indirizzo non sarà reso pubblico, né usato per spam.
Attenzione! Per essere considerato meritevole, non basta essere tra i primi a trovare tutte e sette le differenze: devi anche spiegare che cosa ti piace di Samuel Stern, motivando compiutamente il tuo giudizio.
Riguardo alle differenze: alcune sono proprio evidenti, ma un paio sono bastardelle. Sono le mie figlie preferite, del resto.
Se vuoi scaricare la variant Aguzzate la vista!, clicca il pulsante: scaricherai un file .zip, contenente l'immagine in JPEG.
Se hai bisogno di chiarimenti, usa i commenti o mandami un'email.
Aggiornamento: concorso chiuso!
Almeno cinque soluzioni esatte sono arrivate e, visto che sono state persino pubblicate sui social, non ha senso proseguire il concorso.
Nei commenti trovi le risposte dei vincitori, con i motivi per cui Samuel Stern è apprezzato.
Le sette differenze sono riportate nella figura seguente.
Nel dettaglio, le sette differenze sono:
- il titolo dell'albo, che è diventato Il segno anziché Il regno
- la parte superiore del muro nell'edificio a sinistra, che è sparita
- un dente del mostro, che manca
- un dito in più nel piede sinistro dello spettatore centrale in prima fila
- un bottone in più nella giacca di Samuel
- la freccia dell'insegna Exit, che ha cambiato direzione
- un ricciolo in più nei capelli di Samuel.
Ammetto che le ultime due differenze erano proprio difficili, ma diventavano evidenti sovrapponendo la copertina originale e quella modificata in un qualunque software di fotoritocco.
Filippo ha sbagliato l'ultima differenza, perciò non avrebbe diritto al premio. Ma i motivi per cui legge Samuel Stern sono troppo ben argomentati, perciò mi arrogo il diritto di essere ingiusto e assegno il premio anche a lui.
Anche i motivi di Valerio Daloiso mi sono apparsi molto interessanti, forse perché si sposano con i miei: il ribaltamento della prospettiva della figura del demone e della possessione diabolica è una delle cose che mi ha intrigato fin dall'inizio.
Bene, spero che ti sia divertito. Se sei uno dei vincitori, riceverai tra qualche giorno per email la copia di Genitore imperfetto con la dedica personalizzata.
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