Samuel Stern 29: Le anime morte
Per me la storia di Abisko non conta nulla: c'è una carta da gioco che attira tutta la mia attenzione e che è, secondo me, il punto focale di tutta la vicenda
Incomincio subito con uno spoiler, perciò leggi l'albo prima di proseguire la lettura di questo articolo. In alternativa, clicca il pulsante sottostante e rilasciami la liberatoria con cui mi autorizzi a rovinarti la sorpresa.
Il tema principale di questo numero è una carta da gioco: il due di picche. La cosa mi ha colpito talmente tanto che ho realizzato una variant per celebrare l'avvenimento.
In realtà, in questo numero si chiarisce il rapporto tra Samuel Stern e sua figlia Lily, la quale vive in un orfanotrofio e non sa che Samuel è suo padre. È un numero molto atteso da tutti coloro cui importa poco dei demoni e che invece apprezzano la trama delle relazioni umane.
Ma che c'entra il due di picche?
Come probabilmente ben sai, “ricevere il due di picche” significa incassare un diniego. Quando chiedi a una ragazza o a un ragazzo di uscire e lei/lui ti dice di no, ti ha dato un due di picche.
A proposito: quando ho detto che probabilmente conosci bene quest'espressione, non volevo dire che tu ne abbia ricevuto molti, ma solo che sei una persona di cultura.
Per spiegare meglio come interpreto io gli avvenimenti dell'albo, ho preparato un video.
Di tutto il resto (l'avventura con Albin Ryden, i demoni, le ombre e 'sto cazzo di Abisko che ormai mi ha trifolato i marroni) non me ne frega nulla, perciò non ne parlo e lo salto a piè pari.
Le cose che mi sono piaciute
Ci sono però alcune cose che mi sono piaciute in modo particolare. Vorrei perciò condividere con te il piacere che ho provato.
Alcune soluzioni grafiche
Per prima cosa, ho apprezzato alcune soluzioni grafiche. Hanno molto a che fare con il famigerato effetto wow, ma ogni volta io ci casco e faccio la figura del pollo. Che, poi, dove caschi il pollo non si sa: non era l'asino che cascava?
Comunque…
La prima cosa che voglio condividere con te è la tavola di quel luogo che taluni chiamano inferno.
È evidente la citazione di Maurits Cornelis Escher, ma il fatto che sia una citazione (o una spudorata scopiazzatura creativa) non toglie alcunché alla bellezza della tavola. È un Maurizio Formisano un po' schizofrenico, quello che ha disegnato questo numero: a volte presenta vignette le cui figure sembrano scolpite con l'accetta, altre volte ci regala tavole ricche di particolari.
Ma, in generale, il tratto di Maurizio Formisano è sempre all'altezza dell'albo.
La seconda cosa che voglio condividere è la supervignetta di pagina 73.
Se non sai che cos'è una supervignetta, ti consiglio di leggere l'articolo su Fumettologica.
In questo caso, il richiamo è (almeno per i miei ricordi) alle splendide illustrazioni di Gianni de Luca.
La tavola è tratta dalla Trilogia shakesperiana ed è pubblicata sul sito di ARF!, alla pagina https://www.arfestival.it/deluca/
Lo ammetto: ho letto i fumetti disegnati da Gianni de Luca da ragazzino e, da allora, le sue splendide tavole mi sono rimaste nel cuore. Ritrovarne su Samuel Stern una con un riferimento così forte è stato un grande regalo.
L'ambientazione che non ti aspetti
C'è una vignetta che mi è piaciuta molto, anche se non ha nulla di particolare.
I protagonisti stanno sullo sfondo, praticamente indistinguibili.
In primo piano ci sono invece le persone comuni, affaccendate nelle loro cose. Mi piace questo essere tra la gente.
Non so se Formisano si sia basato su persone reali per le figure in primo piano (se fossi il disegnatore, lo farei a ogni piè sospinto: non potrei resistere alla tentazione di mettere nell'albo parenti e amici), ma davvero la vignetta mi piace molto.
Jabba the Hutt
Non lo nascondo: quel cialtrone di Jabba the Hutt mi sta simpatico. Perciò apprezzo tutto ciò che me lo ricorda.
OK, qui siamo un po' al limite, ma la recensione è mia e i confini li decido io.
E fine.
La parola di Angus Derryleng
Il sonno in cui l'umanità è immersa, ormai da così tanto tempo, ci permette di usare le parole senza averne chiaro il significato. Una società letargica in fase millenaria di lallazione.
Post scriptum
So benissimo che il rapporto tra Samuel e Lily si è evoluto in modo più complesso di quanto ho descritto nel video. So benissimo che alla fine dell'albo Samuel le rivela di essere suo padre, nella convinzione che sarebbero vissuti insieme e che è solo allora che Lily gli dice di no. So benissimo che gli dice di no per un motivo vagamente profetico e ascetico (“Altre cose devono prima succedere”).
Ma come al solito non ho resistito alla tentazione di fare il buffone e di buttarla in caciara, sparando a zero su Bugs Comics come mia abitudine. E, come di consueto, sono qui a giustificarmi con la solita scusa: tratto male le persone cui voglio bene.
E, giusto per esplicitare il senso della mia recensione (nel caso che la caciara ti abbia impedito di coglierlo), dico chiaramente che vale proprio la pena di leggere questo albo. È una storia bella, compatta e coerente.
Però, una collana dedicata a Lily Stern non sarebbe male… Mmmm…
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